PAOLO CAIAZZO
Sono nato col 67 e sono una persona normalissima, se fossi nato col 68 sarei forse un rivoluzionario, se fossi nato col 69… sarei un miracolo vivente!
Dopo un brillante diploma in Informatica decisi di assecondare la mia vocazione artistica muovendo i primi passi sul palco nel 1987. Santo cielo quest’anno dovrei festeggiare il trentennale!
Il teatro amatoriale diede sfogo iniziale alla mia passione, ma volevo di più. E allora mi iscrissi alla Bottega Teatrale del Mezzogiorno ma dopo poco il avvenne il fatale incontro con il Cabaret. Misi su un duo con un mio amico Paolo. Il nome del duo? Paolo e Paolo… grande fantasia! Primi spettacoli alla Taverna “Anema e Core” di Capri e da lì tante serate e tanta gavetta live. Un giorno mi capitò (e non ricordo come) di ascoltare una canzone giapponese. Mi divertì la similitudine sonora con il mio dialetto, e così nacque ‘NDO! Personaggio nippo-partenopeo che ottenne la simpatia del pubblico nella trasmissione regionale TELEGARIBALDI. Da lì cominciai a crederci!
Ero di casa e la nuova generazione di comici si mostrava potenzialmente esplosiva. Qualche anno con loro, dietro le quinte e poi un altro episodio di quelli che ti cambiano la vita. Durante una registrazione (all’inizio eravamo in differita) per un cambio di scena bisognava trattenere il pubblico in studio. Mi chiesero di farlo, e per l’occasione decisi di rispolverare il cappellino di Cardamone. E anche quella volta ebbe ragione lui!
Ero di casa e la nuova generazione di comici si mostrava potenzialmente esplosiva. Qualche anno con loro, dietro le quinte e poi un altro episodio di quelli che ti cambiano la vita. Durante una registrazione (all’inizio eravamo in differita) per un cambio di scena bisognava trattenere il pubblico in studio. Mi chiesero di farlo, e per l’occasione decisi di rispolverare il cappellino di Cardamone. E anche quella volta ebbe ragione lui!
Il Tunnel, storico locale di cabaret di Napoli, sviluppò le mie corde comiche e, per scherzare con un mio collega, entrai in scena con un parruccone fingendomi un cliente pazzo. Notai un immediato feeling col pubblico e da qui l’idea di Tonino Cardamone. Perché “Tonino”? Il nome (‘ndo) mi aveva già portato fortuna. Il cognome invece venne da un termine che mi colpì nei giorni precedenti. Lavori a casa, e il piastrellista mi chiese se volessi la disposizione in diagonale delle mattonelle. In gergo è la tecnica a “Cardamone”… le cose non succedono mai per caso! Da quella sera scrissi per il mio Tonino.
Partecipai al festival nazionale Charlot … e lo vinsi! E allora perché non proporlo ai provini per BULLDOZER su Raidue? Convinse anche lì, ed allora lasciai temerariamente il lavoro in Telecom per seguire la mia passione… fino in fondo! Ancora TV con COLORADO CAFE’ e ZELIG Off, ma tutto si registrava a Milano ed oramai prendevo più aerei che tram! Non mi divertivo più e tornai al vecchio amore: il teatro. Un autore televisivo di Milano mi disse: “Il tuo personaggio sembra estratto da una commedia napoletana” e allora ne scrissi una cucita intorno a lui, e anche questa volta Tonino risultò vincente. Ancora prosa fino a quando al TAM (ex Tunnel) nasceva il progetto MADE IN SUD.